Endometriosi e Psicologia

ENDOMETRIOSI E ADOLESCENZA: SFIDE PSICOLOGICHE

Endo e adolescenza

L’endometriosi colpisce una donna su dieci e spesso si manifesta già dal primo ciclo mestruale.
Quando i sintomi sono forti ed invalidanti, ci si trova già in adolescenza ad affrontare dolori inaspettati che portano a confrontarsi con emozioni e sfide emotive importanti.

Rispetto ad una donna adulta, la mente e il corpo di una ragazzina alle prime armi con il ciclo mestruale si trovano sicuramente ad essere maggiormente spaventati rispetto al dolore e alla perdita di gestione del proprio corpo.

CONFRONTO CON LE ALTRE
Solitamente ci si accorge che qualcosa non funziona come dovrebbe anche confrontandosi con le esperienze delle coetanee. Ci si rende subito conto che qualcosa di diverso e di più doloroso tocca il proprio corpo. Si osserva infatti che le altre donne non soffrono nella stessa maniera e alla stessa intensità. Che non perdono giorni di scuola. Che alle altre basta un semplice antidolorifico da banco per calmare i crampi mestruali. Che nessuna si ritrova stesa svenuta sul pavimento a settimane alterne.

PAURA DI RACCONTARE
I sintomi spesso invalidanti causano una forte paura nel non riuscire a trovare subito un’immediata risposta o soluzione alla sofferenza.
Spesso ci si sente strane, diverse, esagerate, sbagliate. Questo porta alla paura di raccontarsi per timore di poter essere giudicate. E non è raro che effettivamente questi giudizi vengano espressi, aumentando la paura stessa.
Il timore più grande nella mente di un’adolescente è quella di poter avere una colpa nel non essere in grado di sopportare il dolore come fanno le altre. MA NON È COSÌ. Non è colpa tua!

INCOMPRENSIONE
Non sentirsi accolte nel proprio dolore e nelle proprie difficoltà porta ad un fortissimo senso di incomprensione. Questo è grave a tutte le età ma diventa ancora più pesante quando ad affrontare l’incomprensione c’è una ragazza giovane e inesperta.
Ci si sente svalutate e si vede il proprio dolore ridotto e minimizzato. Anche il semplice ascolto da parte del mondo esterno può venire a mancare creando un vuoto emotivo non da poco.

ISOLAMENTO
L’incomprensione spesso porta ad uno stato di isolamento e di solitudine. Quando si percepisce che il mondo non ascolta, la soluzione che “naturalmente” si verifica è quella di chiusura.
Questo ovviamente non aiuta nel percorso di diagnosi e di ricerca della terapia adeguata.
Ad oggi per fortuna c’è un’arma a favore di chi si trova in questa condizione: internet. È facile poter trovare sostegno e accoglienza online da donne che in qualche modo stanno vivendo e affrontando le stesse difficoltà. 

DIAGNOSI
Quando finalmente si arriva a ricevere una diagnosi corretta, parte di queste problematiche tende ad affievolirsi. Finalmente si ha una parola, un nome che definisce tutte le sofferenze provate.
Non si è più ragazze esagerate, non si è più pazze, non si è più strane. Si è donne con una patologia vera, reale, cronica. Una patologia che ha un nome e un cognome, che ha delle caratteristiche specifiche.
Spesso ricevere una diagnosi corretta viene vissuto come un vero e proprio momento di liberazione.
Importanti in questo senso sono i ginecologi e i centri specializzati. Rivolgersi a loro per qualunque sintomo o dubbio il prima possibile diventa fondamentale per poter ricevere diagnosi e risposte in tempi accettabili.

PICCOLI CONSIGLI PSICOLOGICI
Se ti trovi a vivere dolori relativi al ciclo mestruale e sei ancora molto giovane:

  • Non vergognarti di parlarne: con un’amica, con un genitore, con un’insegnate, con chiunque tu ti possa sentire a tuo agio.
  • Fidati di quello che senti: soffrire non è normale, il dolore invalidante che non passa con un antidolorifico non è normale, perdere giorni di scuola non è normale. È un tuo diritto ricevere una risposta medica ed una terapia adeguata.
  • Rivolgiti ad un ginecologo e se quel parere non ti convince cerca un ginecologo più specializzato.
  • Ricorda: non è colpa tua, non sei eccessiva, non sei esagerata!
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