Endometriosi e Psicologia

ENDOMETRIOSI E RECIDIVE

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Endometriosi e recidive: il dolore non si dimentica
Quando nella propria vita ci si trova a provare un dolore forte (fisico o emotivo), questo si imprime nella nostra mente e difficilmente verrà dimenticato.
Nel caso dell’endometriosi, spesso assistiamo a momenti in cui la malattia torna a ripresentarsi anche dopo anni di terapie o dopo interventi chirurgici.
È frequente che si passino periodi migliori in cui la malattia viene tenuta a bada alternati a periodi in cui per svariati motivi i sintomi ed i dolori tornano a farsi sentire.

Recidive: il punto di vista psicologico
Emotivamente ritrovarsi quasi al punto di partenza a causa di una recidiva non è per nulla semplice. Dopo i primi dolori, i primi interventi o le prime cure, tendiamo naturalmente a sperare che tutto sia passato e che non si debba più tornare ad affrontare quanto vissuto. In alcuni casi questo fortunatamente può anche capitare, ma spesso purtroppo, succede che ad un certo punto la patologia torni a farsi sentire.

Psicologicamente quando si risentono determinati dolori già conosciuti è come se si accendessero in un secondo solo tutte le spie di allarme del cervello. E con esse anche tutte le emozioni, le paure, le ansie.
Nel giro di qualche istante la nostra mente ci riporta a ripercorrere ad uno ad uno tutti i passi fatti in passato riaccendendo anche le sofferenze emotive che si pensavano superate.
Tutto questo è normale. È un meccanismo spontaneo e naturale della nostra mente che registra tutte le emozioni.

Recidive: riconoscimento esterno
“Ci sei già passata una volta, cosa sarà mai doverlo rifare?”, “Se sei sopravvissuta alla prima sopravvivi anche alla seconda”, “Ormai dovresti conoscere il tuo corpo, questo è il tuo dolore, ci devi fare l’abitudine”.
Questi sono solo alcuni dei commenti (sbagliati) esterni che le donne affette da endometriosi affrontano quando comunicano il ritorno della malattia a chi vive intorno a loro.
Purtroppo per quanto alcune affermazioni possano anche avere del fondo di verità, non è così facile. Certo da un lato conosco già questo dolore, conosco i sintomi e le sue manifestazioni, però questo non vuol dire che li renda meno difficili da affrontare.
Aver già vissuto la malattia non sempre aiuta quando questa si ripresenta. Almeno non dal punto di vista psicologico. Forse solo dal punto di vista pratico.

Cosa posso fare?
Punto uno: un respiro lungo e una pausa.
Punto due: prenditi tempo per fare il punto della situazione dal punto di vista medico. Cosa è cambiato? La terapia ha smesso di fare effetto? Serve un controllo più approfondito? Stabilire cosa sta succedendo al tuo corpo ti aiuterà a recuperare un po’ di controllo anche sullo stato emotivo.
Punto tre: cerca di ritrovare la sicurezza in te stessa. Cosa devi affrontare? Cosa puoi fare per stare meglio? Tutto quello che ti aiuta a ritrovare il centro e l’equilibrio di te stessa aiuta e serve infinitamente. Se ti sembra di non riuscire a farlo da sola chiedi aiuto.
Punto quattro: le emozioni vanno bene. Non farti spaventare da loro o dai tuoi pensieri. A volte capita di fare pensieri più drammatici e cupi, altre volte capita di piangere giornate intere. Va bene, va bene tutto per sfogarti, non sentirti in colpa. Non hai bisogno di dimostrare a nessuno di essere forte anche quando ti senti fragile. Ritroverai uno alla volta tutti i pezzi anche nella fragilità

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